Dopo il 1416 la Sicilia non fu più sede di regno, ma per i successivi 400 anni fu amministrata da vicerè di origine quasi sempre straniera, che adottarono una politica amministrativa di sperpero e di rapina, conseguenza di una politica estera eccessivamente ambiziosa.

Dopo il 1416 la Sicilia non fu più sede di regno, ma per i successivi 400 anni fu amministrata da vicerè di origine quasi sempre straniera, che adottarono una politica amministrativa di sperpero e di rapina, conseguenza di una politica estera eccessivamente ambiziosa.

La nobiltà siciliana era tenuta a bada con la concessione di sempre nuovi privilegi e le insurrezioni, che talvolta scoppiavano, non trovavano appoggio presso le classi dominanti.

L’economia languiva, anche perchè nel tessuto sociale siciliano mancava una classe media, che avrebbe potuto darle impulso; i contadini abbandonavano le campagne, dal momento che il commercio del grano era controllato dai nobili, che operavano prelievi tali da renderlo nientaffatto remunerativo per i contadini.