David Puttnam evidenzia le differenze d’impostazione tra il cinema americano e quello europeo. In ambedue il cinema e il suo merchandising collaterale impone all’immaginario collettivo del resto del mondo valori e costumi che incidono direttamente sui comportamenti sociali veicolando mode e stili di vita che diffonderanno linee d’abbigliamento, viaggi, musiche, cucine, bevande e quant’altro.
David Puttnam: produttore cinematografico britannico ed educatore.
Una piccola tempesta in un bicchiere d’acqua ha scosso le acque dell’estate siciliana e ci ha dato l’occasione, con l’aiuto di un interessante libro inglese, di fare qualche riflessione sull’italico vizio di non riuscire a sfruttare le occasioni, anche negative, per trarne benefici.
Un tour operator tedesco aveva chiesto di effettuare degli itinerari siciliani che rivivessero famosi eventi mafiosi per turisti in caccia di emozioni noir. La notizia ha scatenato un putiferio di reazioni negative che ha coinvolto politici, giornali e tuttologhi di tutte le risme.
Contemporaneamente usciva in Inghilterra un puntuale libro di Sir – produttore di film di successo come "Momenti di gloria", "Le urla dal silenzio", "Mission" nonchè presidente per due anni della Columbia americana – dal titolo "The Undeclared War". L’autore evidenzia le differenze d’impostazione tra il cinema americano e quello europeo. Il primo è fatto sostanzialmente dai distributori che decidono di un film in base alla sua capacità di presa sul pubblico, il secondo è un’industria di idee che cercano poi di sfondare tra il pubblico.
La differente impostazione del cinema americano si basa sul concetto che il cinema è il veicolo perfetto di quella coniugazione tra ideologia ed economia che è alla base del sistema di penetrazione americana nel mondo. La dimostrazione di questo assioma è che fin dal 1926 presso il Bureau of Foreignn and Domestic Commerce esisteva una divisione cinematografica. Il disinteresse europeo per quest’efficacia pervasiva del cinema sui mercati mondiali è del tutto miope. Attraverso il cinema e il suo merchandising collaterale si impongono infatti all’immaginario collettivo del resto del mondo valori e costumi che incidono direttamente sui comportamenti sociali veicolando mode e stili di vita che diffonderanno linee d’abbigliamento, viaggi, musiche, cucine, bevande e quant’altro.
E allora perchè lasciare agli americani il successo del Padrino, la moda delle basette, la mitizzazione della dolce vita ai tempi di Al Capone. Cos’hanno di meno, in quanto a fascino e capacità di colpire l’immaginario, le nostre riarse distese di fichi d’India rispetto ai deserti dell’Arizona. Perchè copiare solo gli scenari metropolitani dominanti nei serial alla Piovra e non giocare anche sugli affascinanti borghi sicilani che nulla hanno da invidiare alle varie Dodge city.
Un pò di fantasia e, soprattutto, tanta organizzazione e pubblicità potrebbero portare masse di romantici tedeschi a ballare il valzer nella splendida villa di Donnafugata. D’altronde non va in questa direzione la coraggiosa iniziativa del grande fotografo Oliviero Toscani che ha impiantato tra le pietre di Corleone il set per un suo splendido catalogo per Benetton trovando tra l’altro in loco meravigliosi volti del tutto alieni dall’omologazione antropologica e somatica paventata da Pasolini.
Un pò di coraggio e la nostra terra con i suoi volti, i suoi paesaggi, le sue tradizioni, i suoi borghi, le sue storie, le sue tragedie può offrire una chance non indifferente alla prossima grande guerra non dichiarata per la conquista del mercato della programmazione, dell’informazione e del software. Guerra che si combattera’ sicuramente sul campo dei contenuti come possiamo immaginare dalle mosse di quel volpone di Bill Gates che si è infatti già acquistato "Il codice Hammer di Leonardo".
Qualche contenuto in più rispetto alla scarna epopea western, in fondo, l’Europa dovrebbe avere.
di Tommaso Capezzone
Controcorrente
Momenti di gloria, film di David Puttnam, tratto dalla storia vera degli universitari di Cambridge che si allenarono per partecipare alle Olimpiadi del 1924 di Parigi