Il fascino del dramma antico nel suo habitat naturale: nel teatro greco di Siracusa.

Il teatro greco di Siracusa - Uno scorcio

Uno scorcio del teatro greco a Siracusa dove periodicamente si svolgono le tragedie e le commedie greche

Nulla è più affascinante che rivivere il dramma antico nel suo habitat naturale: nel teatro greco di Siracusa. Assistere alle tragedie, ma anche alle commedie dei grandi maestri, padri della letteratura, è, di per sè edificante ma, nello scenario dell’antico teatro, diventa quasi magia.

Non ci sono microfoni, nè altre invenzioni moderne e tutto acquista il fascino del periodo classico. Si assiste allo spettacolo seduti sui gradoni (Cavea) che circondano la scena. L’edificio, all’aperto ed a forma di semicerchio, consta, infatti, di tre parti: la Cavea ossia il luogo in cui si vede, la Scena, dove si recita ed, infine, l’orchestra cioè il luogo deputato per le danze (da orcheomai che vuol dire ballare).

L’architettura del teatro, che riproduce quella esistente in Grecia ed in Asia Minore, non è causale; crea un rapporto diretto tra evento scenico e spettatore e favorisce l’ascolto delle parole creando un’eco dolcissimo per risaltarle. Pensate al Coro, presente in tutte le tragedie, pensate allo scandire dei suoni, ora pacati ed ora urlati, pensate al fascino della natura ed al cielo terso in cui questo gioiello si trova, ed avrete solo una pallida idea di ciò che vuol dire assistere ad uno spettacolo di tanti secoli addietro.

La magia diventa realtà ed in Medea, come in Edipo ed in tanti altri eroi tristi, rivive il fascino della finzione assoluta che sfiora e ricerca la verità. Ci si rende conto di colpo che nulla è cambiato e che l’uomo, nella sua intima essenza, è rimasto, pur a distanza di secoli, sempre lo stesso. I drammaturghi greci hanno, infatti, posto in luce e discusso gli eterni conflitti dell’uomo con sè stesso, con la famiglia e con lo Stato.

Nei drammi greci si mette in campo il rapporto tra libertà e necessità, il senso ed il non senso dell’angoscia e della sofferenza; l’uomo appare solo e vive dentro di sè, in tutta la sua asprezza, lo scontro continuo tra l’essere ed il dover essere.

Temi eterni, dunque, che Eschilo, Sofocle ed Euripide, hanno saputo fare vivere nei loro personaggi ricchi di passione e dalla personalità spiccata. Oggi, lo spettatore può percepire tutta la filosofia e l’anima degli antichi autori, rivivendo nella cornice della Magna Grecia. Ogni anno, infatti, a Siracusa, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, organizza un calendario di spettacoli.

La tragedia, la commedia ed altre opere classiche possono, quindi essere viste, nello scenario suggestivo dell’antico teatro ed, alla data stabilita, inutile dirlo, applaudite dagli astanti. Ed affinchè l’occasione si trasformi in cultura, l’Istituto organizza incontri e conferenze sul tema delle rappresentazioni e pubblica una rivista, che si avvale della collaborazione dei grandi studiosi del teatro antico.

Le Nuvole (Aristofane) 2011 al Teatro Greco di Siracusa regia Alessandro Maggi

Inoltre, da tempo, esiste una scuola di teatro con il compito di preparare gli attori sull’arte scenica antica, ed è con piacere che possiamo dire che sono usciti fuori grandi talenti. Improvvisarsi Medea certo non è facile, le movenze, la voce, l’espressione devono essere curate al massimo per cui, illustri insegnanti, provvedono a far sì che gli attori del domani acquisiscano tutte le tecniche necessarie.

Insieme alla scuola dei professionisti da cui escono coloro che, ogni anno, danno vita agli eroi classici, è presente, dal 1991, il festival del Teatro Classico dei Giovani. Si tratta di una bellissima iniziativa dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Per un’intera settimana i giovani delle scuole superiori di tutta Italia e d’Europa, mettono in scena, in piena libertà espressiva, le opere dei greci.

Così l’educazione al teatro diviene educazione attraverso il teatro, la stessa, del resto, che gli antichi autori, volevano infondere al popolo, alle masse, tanto, tanto, tempo fa.

Insomma, vi consiglio di non perdervi neanche uno spettacolo, e se non otterrete la catarsi tanto auspicata dagli antichi greci, di certo resterete stupiti dai costumi, dalle maschere, accuratamente riprodotte, dalla bravura degli attori, molto preparati, dallo scenario che non finisce mai di stupire e, perchè no? Anche di voi stessi se fate caso alle parole che inducono ad una riflessione interiore.

Vi sentirete come i greci che, nel vostro stesso posto ed alle stesse condizioni, assistevano alle stesse scene, e quale sensazione migliore se non quella di rivivere appieno il periodo classico, il mito e la magia?

Una scena di Andromaca di Euripide

Andromaca di Euripide al teatro greco di Siracusa