Il mandorlo in fiore e’ il simbolo per eccellenza del risveglio della natura. Dopo l’inverno ecco la primavera, il rifiorire di vita, di allegria e di colore.

La festa del mandorlo in fiore è il 21 Marzo, e possiamo notare la bellezza dei fiori appena sbocciati.

Tornano le rondini ed il pallido sole dei mesi trascorsi ricomincia a brillare. Tutto questo accade in Sicilia in anticipo. La data stabilita nel calendario, che segna l’inizio della stagione il 21 marzo, in questa terra di sole è troppo lontana.

Già verso la fine di gennaio e gli inizi di febbraio, la primavera si risveglia ed i fiori tornano a coprire i rami del mandorlo. E’ uno spettacolo che incanta, sbalordisce.Immaginate di vedere una distesa di alberi fioriti ai piedi dei templi greci, immaginate di vedere tutto ciò al tramonto, immaginate anche che non siete soli e che, attorno a voi, avete i rappresentanti di tutti i popoli che cantano e ballano le musiche tradizionali dei loro paesi, insomma, immaginate cosa deve essere la festa del mandorlo ad Agrigento.

Sembra una favola, e sicuramente lo è, vedere nello scenario suggestivo della valle famosa, imbiancata di fiori di mandorlo, gruppi folcloristici provenienti da tutto il mondo che narrano la loro cultura.Scriveva Pier Paolo Pasolini: “La poesia popolare è nella sfera estetica, l’analogo di quello che è il buon senso nella sfera intellettuale“; è la candidezza o l’innocenza nella sfera morale.

“L’innocenza che si ha da bambini quando ancora si crede nelle favole. Ed è proprio la favola, l’antico mito greco di Filide ed Acamante, che fa nascere la festa del mandorlo ad Agrigento.Come tutte le favole che si rispettino anche questa inizia con il classico :”C’era una volta“.

C’era una volta una principessa greca di nome Filide che si innamoro’ di Acamante, valoroso figlio di Teseo. Quando gli Achei partirono alla volte di Troia anche lui, giovane e forte guerriero si unì alla spedizione. Passarono gli anni e per Filide l’attesa del ritorno del suo amato sembrava non volere finire mai.

La giovane trascorreva il suo tempo in una spiaggia in preda alla preoccupazione ed alla disperazione, nella speranza di vedere apparire all’orizzonte la nave che avrebbe riportato Acamante a casa. Ma l’ansia fu troppa, tanto da spezzare il suo giovane cuore, così la povera Filide morì di crepacuore credendo che il suo amato non avrebbe più fatto ritorno dalla guerra.

Acamante, però non era morto. Solo innumerevoli traversie ne stavano ritardando il rientro dopo che, caduta Troia, la flotta achea aveva issato le vele per rientrare in patria. Ma quando finalmente giunse era già troppo tardi: la sua amata Filide era già morta. Sulla spiaggia, però, là dove lei aveva trascorso lunghe ore di tristezza e di pianto, Acamante trovò uno snello albero di mandorlo.

Preso anche lui dalla disperazione e dallo sconforto, abbracciò ed accarezzò il tronco, perso nel ricordo del suo amore, e, all’improvviso la pianta si coprì di fiori candidi e profumati.Oggi il mandorlo è diventato uno dei simboli di Agrigento ed, in suo onore, ogni anno si celebra una delle piu’ belle feste della Sicilia. Nata, originariamente come celebrazione campestre della primavera, oggi è di fama internazionale.

Nei suoi primi anni di vita, la sagra, era una sfilata di carri allegorici, uno per ogni comune della provincia, che, dalla città giungevano ai templi. Tra questi capolavori in carta pesta ricordiamo il carro di Raffadali: “Mangiamaccu“. Il carro era una scherzosa allegoria degli abitanti del paesino i quali, a dire del carro, vanno pazzi per il macco, ossia una vivanda siciliana fatta di fave e pasta, molto, ma molto buona!

E, accanto a Raffadali, sfilavano Aragona con “u cumpari ragunisi,” Naro con “la valle del Paradiso”, Sciacca, Licata e tutti gli altri paesi in provincia di Agrigento. Su ogni carro veniva posto un palchetto da cui salutava una ragazza giovane e bella, candidata per l’elezione, che si svolgeva nel corso della stessa sagra, di miss primavera.

Nei suoi primi anni di vita, dunque, la sagra era una piacevole festa di “paese” con tutti i caratteri tipici della manifestazione popolare, della tradizione e della cultura del popolo siciliano. Oggi, il mandorlo in fiore, continua a narrare la tradizione della Sicilia e, insieme ad essa come in un abbraccio, la cultura dei popoli che da tutto il mondo partono alla volta di Agrigento per partecipare alla festa simbolo del ritorno della primavera.

La sagra del Mandorlo in fiore si traduce in un’occasione di incontro tra i popoli che, senza linee di confine, si uniscono per ballare e cantare in nome della pace e della fratellanza. La manifestazione centrale di questa festa è, infatti, il Festival internazionale del folklore, in cui, la storia, la cultura e tradizione di tutti i popoli della terra si incontrano in un collage armonico e, stringendosi attorno al millenario tempio della Concordia, accendono insieme il Tripode dell’Amicizia.

Questo è il messaggio che parte da Agrigento e raggiunge tutto il mondo con la danza ed il canto.Oltre al Festival, la festa è un’occasione per fare conoscere l’arte, la natura, la buona cucina ed il buon vino di una delle città più belle del mondo.

Agrigento, infatti, propone numeros allestimenti per mostre, musei, opere d’arte e monumenti.Tra questi vi segnaliamo, in quanto tipici, il museo del mandorlo, vale a dire una distesa immensa di alberi che racchiude più di cento specie differenti di mandorlo e gli espositori museali della civiltà contadina che, insieme alle raffigurazioni di vita campestre, mostra gli antichi attrezzi che si usavano per coltivare la terra.

Come ogni buona festa che si rispetti, il lato mangereccio non viene trascurato. Così si allestiscono le “giornate dell’assaggiatore” in cui accanto ai tradizionali dolci di mandorla, si degustano i vini siciliani e tutte le buone pietanze che la tradizione della cucina siciliana tramanda.

Insomma, questa festa, ha tutti gli ingredienti per riuscire, ed ogni anno, pur evolvendosi nella organizzazione, mantiene la tradizione dei tempi andati, aiutata, in cio’ da tutti i popoli del mondo che, in nome della pace, si riuniscono nel tempio della “Concordia“.

Ad Agrigento il giorno del mandorlo in fiore si festeggia con musica,banchetti e gruppi folcloristici,insomma è un giorno che attira migliaia di visitatori in Sicilia