Reggente fu la madre, la regina Margherita di Navarra, affiancata da un consiglio di tre notabili del regno, tra cui il vescovo di Siracusa Riccardo Palmer
Ritratto di Margherita di Navarra regina dei normanni succeduta a Guglielmo I
Il successore designato da Guglielmo I, dal momento che i primi tre figli erano morti, fu il quartogenito Guglielmo, di 13 anni, mentre al figlio minore fu dato il principato di Capua.
L’atteggiamento dei feudatari era sempre di ostilità nei confronti del monarca, che, però, poteva giostrare sul disaccordo che esisteva tra feudatalità laica ed alto clero.
Margherita, nell’intento di circondarsi di persone fedeli alla monarchia, chiamò in Sicilia cavalieri provenienti dalla Francia e dalla Spagna, ed un suo cugino, Stefano di Retrous, figlio del conte di Perche, fu nominato cancelliere e successivamente, ordinato sacerdote, divenne arcivescovo di Palermo.
La presenza dei nobili stranieri gratificati dalla reggente di feudi e cariche elevate e soprattutto la posizione di grande autorità che Stefano di Perche seppe crearsi intorno per la fama di incorruttibile di cui godeva, destarono le proteste dei feudatari locali, che, messe da parte le loro discordie, trovarono un punto d’accordo nell’ostilità contro i nuovi venuti.
La reggente trasferì la sede del governo a Messina e fu da lì che partì una rivolta che dilagò per tutta l’isola e giunse persino in Calabria.
Alla reggente fu imposto l’affiancamento di un consiglio regio composto da cinque ecclesiastici, tre nobili, un notaio funzionario di palazzo, un musulmano.