L’organizzazione che Ruggero dette alla Sicilia fu di tipo essenzialmente feudale, ma il feudalesimo, così come lo organizzò il granconte Ruggero, fu un rafforzamento del suo potere
L’organizzzazione dei territori conquistati da parte dei normannni in Sicilia e nel sud Italia
Il granconte, per diritto di conquista, godeva di una proprietà personale molto estesa. Ruggero, nel concedere la terra, oltre a riservarsi lo sfruttamento di miniere, saline e foreste, si riservava di continuare ad esercitare le sue prerogative di sovrano, i comuni cittadini potevano appellarsi a lui contro i feudatari ed in molti casi egli si riservò la giurisdizione penale.
Dal momento che il feudo era concesso in cambio di fedeltà e servigi, in caso di inadempienza poteva essere confiscato; in caso di minore età dell’erede era amministrato da un balivo reale, mentre in caso di mancanza di eredi diretti tornava al sovrano.
Lo stato normanno, pur essendo feudale, non dipendeva militarmente ed economicamente dai feudatari, ma aveva un esercito di mercenari fissi ed un’ importante flotta, mentre un’efficiente burocrazia assicurava un consistente gettito fiscale.
Finita la guerra di occupazione, si presentò ai Normanni il problema della formazione dei quadri dirigenti amministrativi e militari.
Il gruppo dei conquistatori, già esiguo, andava assottigliandosi per le perdite subite in guerra, nè era rimpolpato da altri arrivi, perchè la contemporanea conquista dell’Inghilterra aveva aperto ai Normanni nuove possibilità di emigrazione in aree più vicine alla Normandia.
Il reclutamento dei quadri dirigenti, che coinvolse laici ed ecclesiastici, avvenne tra componenti etniche diverse da quelle normanne ed anche tra quelle indigene. Le fonti documentano la presenza di lombardi, francesi, inglesi tra gli alti ranghi dei Normanni di Sicilia.
Un aspetto interessante dell’insediamento normanno riguarda la ripartizione delle terre confiscate agli Arabi sconfitti.
Le confische ebbero un’ampiezza notevole nella Sicilia orientale, dove massiccio fu lo spostamento di ricchezza dai vinti ai vincitori, mentre nella Sicilia occidentale, che era la più islamizzata, i ceti dirigenti saraceni trovarono più conveniente, anzichè fuggire in Africa, trattare la resa con i vincitori allo scopo di conservare i loro possedimenti.
Confische e ridistribuzioni non ebbero, però, incidenza sul tessuto sociale e sull’ordine economico, che rimasero legati ai modelli tradizionali, che, lungi dal sovvertire le gerarchie, le legavano alla proprietà fondiaria ed ai vincoli a cui erano soggette le popolazioni rurali.