Un mercato intrigante per un itinerario turistico in agro-dolce. Un improbabile ispettore a spasso tra profumi e sapori.
Bancarelle di frutta e verdura del mercato della Vucciria
Cercavo tra quelle cataste di ortaggi gli ingredienti adatti al mio stato d’animo, l’inchiesta che mi era arrivata tra capo e collo aveva bisogno per decollare di una pasta con le sarde fatta a regola d’arte.
Potrebbe incominciare così una storia di un improbabile investigatore palermitano.
Perchè dico improbabile quando la nouvelle vague del noir in tutte le salse predica l’insediamento etnico-culinario per la buona riuscita del personaggio?
Dopo gli antichi fasti del Maigret parigino ormai per lanciare una nuova linea turistico-gastronomico il must è puntare sull’investigatore disincantato, meglio se ex intellettuale, ricco di citazioni e soprattutto eccellente gourmet. Gran maestro Pepe Carvalho alter ego di Manuel Montalban che si muove felpato tra piatti catalani e intrighi postideologici.
E che dire del capro espiatorio Malaussène che svicola tra un cuscus e l’altro della periferia parigina? Buon esempio anche l’ispettore mezzosangue Sansi sullo sfondo dei deliri di Bombay.
Insomma quello che manca nel grand-guignol degli investigatori insediati nel territorio è proprio l’ispettore Malachia, il prototipo del cannaruto siciliano, lento pede e mandibola di ferro.
Il suo territorio di caccia è il mondo dei profumi, degli odori e dei sapori. Gli aromi, la cucina, il vino sono il suo alfabeto.
Se New York odora di hot dog, Parigi di baguette e Bruxelles di patate fritte; sicuramente questo non sfuggirà a Malachia.
Il suo fiuto investigativo lo spinge sempre al mercato, cuore di ogni scambio sia sociale che culturale oltre che economico. Per lui il mercato è contemporaneamente un museo degli odori e una pinacoteca dei cibi, un tempio antropologico e un bazaar delle sensazioni.
Il suo credo ideologico si basa sul concetto che il mercato è il centro di maggiore resistenza all’omologazione dei gusti e, nello stesso tempo, il luogo d’incontro e di scambio degli influssi culinari stranieri. Malachia, insomma, indica la strada per un’internazionalizzazione degli usi che non appiattisca tutto in un gusto uniforme e scialbo.
Ma il mercato che, per l’ispettore, racchiude in pieno tutte queste caratteristiche è la famosa Vucciria di Palermo. Prima di ogni indagine infatti s’ispira sempre al famoso ritratto del mercato del pittore Guttuso.
Sotto lo sguardo barocco della statua del Genio di Palermo vi ritrova pesce fresco a volontà, il trucco è vedere se il pesce si curva, solo quello di giornata ci riesce.
Il pesce gli ricorda l’arabo cuscus con cui i palermitani amano sposare i frutti di mare, le sarde a beccafico dal gusto agrodolce e i pesciolini neonati trasformati in ottime frittelle. Poi sogna le lumache da mangiare con olio e prezzemolo. Sulla destra ammira le mirabili zucchine lunghe fino a mezzo metro con cui prepara una tipica marmellata color verde smeraldo con cui imbottisce i dolci di pasta di mandorla.
D’estate – sospira – il suo pezzo forte sono le angurie con cui confeziona il famoso e classico dessert detto gelo di meloni. Un altro suo dessert è l’uva passolina con pinoli e uva passa. Un pensierino alla digestione con le foglie d’alloro che usa in infuso insieme ad una buccia di limone.
A questo punto immancabilmente il nostro prode investigatore non riesce a resistere alla tentazione di assaggiare i suoi bocconi più prelibati, dal pane ricoperto di semi di sesamo a quello farcito con la milza, e scende in mezzo alla Vucciria a provare i polpi bolliti e offerti al naturale con una semplice goccia di limone o le sarde salate. Ma la sua leccornia preferita sono i budellini farciti alla brace.
Un mercato ricco e completo come la Vucciria gli riempie sempre gli occhi, le orecchie, il naso e la bocca; è un vero viaggio nel ventre materiale della città; un’esperienza del corpo che ben lo prepara e lo stimola ad altri viaggi nel barocco cosmo del crimine palermitano.
Dove ci porterà il prode Malachia nelle sue prossime avventure?
Dove ci porterà questo gioco letterario? al massacro culinario o a nuovi lidi antropologici?
-Questa è una buona domanda!- direbbe lui stesso col suo sorriso sardonico.
Ma noi, autori di questo gioco di citazioni, riusciremo a stargli deitro nella sua ricca terra siciliana? Riusciremo; insomma, a cogliere tutte le possibilità che questo mondo ci permette di esprimere?
-Questa è una buona domanda!!-
I cibi di strada della Vucciria