Sulla sommità del monte omonimo, tra cielo, mare e terra, sorge la bellissima cittadina di nome Erice . Maestosa, silenziosa e perennemente avvolta dalla nebbia, sembra, quasi, un luogo incantato.
Veduta panoramica di Erice
Sembra che, ancora oggi, Venere, la dea della bellezza, abiti tra queste mura e vi continui a cospargere il suo profumo.
Mito e fantasia avvolgono la storia di Erice, sede di pellegrinaggi e luogo sacro per i pagani.
La leggenda, infatti, narra che la dea della bellezza, dell’amore e della fecondità, Ibla per i Sicani, Astarte per i Cartaginesi, Toruc per i Fenici e poi Afrodite per i Greci e Venere per i Romani, abbia eretto qui il suo “nido d’aquila” ed abbia celato, con la nebbia, i suoi amori alla curiosità irriverente dei mortali.
E sembra proprio che l’amore tra Afrodite e Bute, abbia fatto nascere Erice, il re del monte.
Sorgeva su questa vetta il santuario della dea e si celebravano le anagogie e catagogie, feste propiziatorie durante le quali la Dea e le sue Sacerdotesse, ricevevano l’omaggio dei fedeli.
Numerose sono le citazioni di Erice e del suo Santuario nella letteratura latina: Cicerone nelle “Verrine”, Ovidio, Orazio e Catullo, e, infine, Virgilio, nella sua Eneide, ricordano la città del monte sacro ed il culto della sua bella dea, che, languidamente si bagna nella sacra piscina all’interno del Themenos, il recinto sacro che delimita il Tempio all’aperto.
Ma Venere è solo una delle figure mitologiche che animano Erice , la più affascinante forse, ma non certo l’unica: Bute, Enea, Aceste, Anchise, Eracle, Dedalo ed Elimo sembrano essersi dati appuntamento qui, su questa vetta o lungo le sue spiagge, lambite dal mare, per immortalarne i luoghi sacri.
Il silenzio, la nebbia, i colori di Erice costituirono l’impulso creativo del mito, dello slancio verso una divinità misteriosa ma presente.
Il mito, come proiezione dell’uomo verso il cielo, ha fatto di questo luogo il teatro di gesta eroiche, mai sbiadite dal tempo, in cui la fantasia si unisce al sogno . Al turista che, per la prima volta, vede Erice, la cittadina deve sembrare proprio un sogno.
Erice è, infatti, un magnifico affresco del passato che oggi, intaccato dal tempo, continua a narrare la sua storia. Dal punto di vista architettonico, si presenta come un luogo di favola.
Ancora circondata da mura ciclopiche, la cittadina ha un impianto urbanistico molto particolare: le strade sono molto strette e tutte acciottolate, le case sono circondate da cortili e proprio questi ultimi costituiscono uno degli aspetti più tipici del luogo.
Questi cortiletti, sempre fioriti e ricchi di piante, hanno origine millenaria ed hanno lo scopo di preservare l’intimità della famiglia ericina che, sull’esempio di quella araba, ha un pò carattere introverso ed alto senso del pudore.
Questo non deve fare pensare che gli abitanti di questo luogo siano poco ospitali, come tutti i siciliani, infatti, gli ericini hanno ereditato, dai popoli che hanno dominato l’isola, il culto della cortesia e della calorosa accoglienza.
Diversi sono gli alberghi in cui potere pernottare e in cui, accanto al panorama, si può gustare la buona cucina siciliana.
Gli abitanti della Sicilia occidentale , hanno particolare estro per i dolci, in particolare, per la cassata, per le sfingi fatte con la ricotta e per i geli alla frutta, inoltre, hanno ereditato dagli arabi, il culto per le essenze.
Solo qui, infatti, si può gustare il gelo o gelato al gelsomino ed i dolci di mandorla aromatizzati al profumo di rosa.
Ma ,accanto ai dolci, Erice, conosce ricette squisite per preparare il pesce appena pescato dal mare che la circonda.
Così, si possono assaggiare gli involtini di pesce spada, tipici della zona, il cui ripieno, oltre al pangrattato, è costituito da frutta secca, uvetta ed altri intingoli che danno, al sapore del pesce, un aroma quasi dolciastro e molto delicato.
Insomma, ad Erice, si mangia molto bene ed, accanto ai piatti tipici, che la tradizione tramanda, è possibile assaporare dell’ottimo vino locale proveniente dalle campagne limitrofe.
Le saline di Trapani distano soltanto pochi chilometri da Erice
Centro di mille tradizioni, Erice è nota anche per il folklore.
Particolarmente suggestiva è la processione del venerdì Santo la cui origine risale a tempi remoti e che, ancora oggi, mantiene tutto il fascino degli antichi “misteri”.
Il venerdì della settimana santa è, per i cattolici, giorno di lutto.
E’ proibito mangiare carne e molti, addirittura, digiunano in senso di penitenza.
In quasi tutti i centri della Sicilia si svolgono processioni, particolarmente sentite dai fedeli, e, tra queste, spicca proprio quella di Erice.
Dalla chiesa di Sant’Orsola, nelle prime ore del pomeriggio, partono i “gruppi” portati a spalla, decorati con fiori ed illuminati con ceri.
Si muovono lentamente ed il loro passaggio è accompagnato da un suono sordo di tamburo che sparge, intorno, un senso di dolce malinconia.
Difficile è restare indifferenti a questa manifestazione di dolore, a questa antica processione che mantiene, immutata, tutta la sua antica autenticità.
Ad arricchire il significato di una genuina religiosità, ci sono tutti i monumenti e tutte le chiese che Erice, nella sua suggestiva cornice panoramica, propone.
Erice, infatti, è una città d’arte ed un centro storico di notevole interesse.
Turisticamente è oggi da considerarsi il capoluogo di un notevole comprensorio turistico che comprende Trapani, le isole Egadi, Segesta, Marsala, Selinunte, San Vito e Mozia.
Accoglie più di sessanta chiese tra cui, vi segnaliamo, la Matrice, San Giuliano, San Giovanni, San Martino, Sant’Orsola e la Chiesa del Carmine, adiacente al palazzo Militari.
Sulle rovine dell’antico tempio di Venere, ancora oggi visibili, si erge il Castello che domina tutto il monte e a cui si congiungono le torri ed i giardini del Balio, per un effetto, un colpo d’occhio particolarmente suggestivo.
E di sensazioni Erice ne offre parecchie.
In estate, per esempio, si svolge la rassegna di musica medievale che, con i suoi artisti di fama internazionale, nello scenario suggestivo dell’architettura, incanta, portando la mente a sognare.
Ma questa cittadina, oltre a far sognare, è un centro di fama internazionale per le attività scientifiche e culturali che si svolgono al centro Ettore Majorana.
Insomma, una visita ad Erice va fatta, per ammirare lo splendore dei tempi andati, e degustare, insieme ai cibi tradizionali, tutta l’atmosfera del profumo di una dea che ancora abita tra queste mura.
I mulini a vento nelle saline di Trapani, visibili da Erice
Il panorama lungo la costa di Trapani, a ridosso di Erice