Il castello medievale di Mazzarino è uno dei tanti che sorge nel “Val di Noto” e presenta le tipiche caratteristiche costruttive del periodo feudale.
Ruderi del castellodi Mazzarino in provincia di Caltanissetta
Esso pare debba la sua parziale rovina all’improprio uso di cava di pietre più che alle nefaste vicende storiche o calamità naturali e, nonostante tutto, anche nella sua pur “parziale veste attuale”, risulta splendido e assai spettacolare.
Una leggenda del posto narra che due potenti “signori”, uno di Mazzarino e l’altro di Garsiliato (due territori vicinissimi tra loro), decidessero entrambi di fondare una città ai piedi del proprio castello e per far ciò pare si fossero affidati alla sorte delle armi; sorte che arrise al signore di Mazzarino che secondo la tradizione era un Branciforti.
Sempre la leggenda narra che fu per tale motivo che il castello di Garsiliato venne raso al suolo; ancora oggi è possibile osservarne soltanto i suoi poveri, miseri ruderi.
Il castello di Mazzarino è chiamato “Castello Vecchio”, il che può far pensare all’esistenza (però non documentata) di un castello nuovo.
Più comunemente è denominato dalla popolazione locale U Cannuni, perché il signore che l’abitava pare fosse in possesso di un cannone ottimamente usato contro gli assedianti, oppure molto più semplicemente per via della sua torre superstite che sembra veramente un cannone puntato contro il cielo.
Il maniero fu edificato in epoca normanna sui resti di un precedente castello saraceno e nel tempo ha subito vari rifacimenti ed adattamenti.
La struttura attuale si deve alla seconda metà dl XV secolo ed è stata proprietà della nobile casata dei Branciforti dal XIII secolo fino al 1812. Questi però abitarono il castello soltanto fino al XVI secolo quando, ottenuto il titolo di conti e non essendoci più esigenze difensive, lasciarono l’antica abitazione feudale per trasferirsi nel palazzo fattosi costruire nel centro del paese. E’ anche grazie al loro contributo che Mazzarino assiste alla creazione dei principali edifici di culto e residenziali dell’epoca.
Il maniero purtroppo fu abbandonato al degrado.
Esso si erge sul pianale di un monte arenitico alto 590 metri sul livello del mare, su un contrafforte che domina la vallata dei torrenti Disueri e Braemi, a circa 400 metri a nord del centro abitato attuale.
Occupava una superficie di 1.159,37 mq, con un perimetro di cinta muraria esterna di notevole mole che raggiungeva un’altezza non inferiore a 30 metri ed una lunghezza non inferiore a 186 metri e della quale oggi, purtroppo, rimangono solo poche tracce.
Il castello di Mazzarino racchiude tutta la grandiosità, la maestosità e l’impostazione architettonica tipica dei castelli federiciani.
Esso presenta una base rettangolare e le sue torri, in origine quattro, erano tutte cilindriche e poderose.
Le due torri poste ad est erano più piccole, mentre quelle esposte ad ovest risultavano più grandi e massicce; tutti e quattro i torroni erano poi rifiniti e collegati da merli e non se ne contavano meno di cento.
L’abitazione del signore, insieme con le scuderie, si apriva nella parte interna, nella corte. Nei sotterranei, sotto l’abitazione del feudatario, v’erano capienti cisterne e numerosi contenitori per le granaglie (non meno di venti) di grande importanza ed utilità in caso, ovviamente, d’assedio o di carestia.
Si ha notizia del perduto ingresso principale che era ubicato tra le due torri più grandi e che pare fosse sormontato da un arco a sesto acuto e con intagli e bassorilievi di marmo e comune pietra bianca. Ancora oggi di un pezzo d’esso si ha testimonianza nella torre che guada a Sud-Ovest.
Le due torri più imponenti avevano tante feritoie quante erano le stanze; tali feritoie non erano utilizzate soltanto per spiare quanto succedeva nei dintorni, ma servivano anche al loro scopo precipuo che era, ovviamente, quello d’arieggiare ed illuminare gli ambienti.
Oggi, oltre al grosso torrione, troviamo ancora a reggersi porzioni delle pareti nord e sud sulle quali si evidenziano numerose feritoie e finestre che risultano sparse senza alcuna simmetria, ma certamente sono testimonianza dei vari rifacimenti. Ed ancora nella parete di nord sono visibili i resti di un grande camino.
Dal centro del castello si dipartivano inoltre due grossi cunicoli, due passaggi sotterranei che mettevano in comunicazione con le zone esterne, ovviamente utilissime per le improvvise e nascoste uscite o per le eventuali fughe.
Tratto da Emma Mòllica
Della casa editrice AnninovantAEditrice
Castello di Mazzarino in provincia di Caltanissetta U Cannuni,
Castello di epoca feudale a Mazzarino in provincia di Caltanissetta