Nel “Val di Noto”, in Barrafranca, in una campagna bellissima in ogni periodo dell’anno, esisteva un castello (o torre)  la cui presenza si può dimostrare soltanto  attraverso una documentazione cartacea che comincia sin dal XII secolo.

Le notizie storiche cominciano, pare, dal 1122 anno in cui si fa riferimento ad un castrum iuxta Comicinum.

Infatti un castello (o torre) sarebbe sorto in quello che è oggi l’attuale centro urbano, accanto alla vecchia matrice (distrutta nel 1933) e che dall’alto dei suoi 450 metri sul livello del mare dominava una vastissima area interna.

Indagini condotte nel territorio di Barrafranca ed in rinvenimento di tracce d’insediamenti appartenenti ad epoche diverse, spesso di un mondo ormai scomparso, documentano la presenza dell’uomo nel territorio anche in tempi antecedenti alla diffusione della civiltà ellenica.

Durante il periodo normanno si ha notizia dell’abitato di Convicino, raccolto intorno ad una fortificazione di grande importanza strategica per la difesa del margine sud dell’altopiano interno. Un altopiano composto da una successione di tavolati e modesti rilievi, la cui natura del suolo è prevalentemente argillosa o geessoso-solfifera e, che con il fiume Imera meridionale segna uno dei limiti geografici fra la Sicilia orientale e quella occidentale.

Nel XIV secolo, intorno al 1330, il castello (o la torre) di Convicino, rimasto isolato in un feudo spopolato, fu acquistato dei Barresi; nel 1491 Giovanni Antonio Barresi ebbe la possibilità d’ampliare e fortificare la torre del feudum Convicini ed intorno ad esso cominciò a svilupparsi il paese.

Nel ‘500 i Barresi diedero impulso all’ampliamento del borgo cambiandone il nome nell’attuale Barrafranca.

Ai nostri giorni nessuna traccia del castello è visibile.

Tratto da Emma Mòllica
Della casa editrice AnninovantAEditrice