Nel corso del Medioevo, nei secoli drammatici in cui varie stirpi nomadi invasero territori che erano appartenuti all’Impero romano d’Occidente, le difficoltà di sopravvivenza e l’instabilità politica determinarono una grave caduta economica, culturale e demografica. Assistiamo a notevoli cambiamenti nel paesaggio dell’Europa.

Castello Pietraperzia

Castello di Pietraperzia in provincia di Caltanissetta.

Alcune città, in seguito alle distruzioni subite, venivano abbandonate dagli abitanti superstiti; alcune per non esser più ricostruite, altre invece, andando incontro sicuramente ad una migliore sorte, verranno restaurate e riabitate, anche se il numero degli abitanti, ormai molto impoveriti, andava a decrescere.

Finalmente intorno al IX secolo, con l’età di Carlo Magno, stabilizzatosi il sistema politico feudale del “Sacro Romano Impero”, si assiste ad una progressiva rinascita generale, detta “rinascita carolingia”.

Fuori dalle città sorgono nuove costruzioni: da un lato pievi e monasteri (che dimostrano l’affermazione e la diffusione della religione cristiana), dall’altro rocche, castelli e torri d’avvistamento e di segnalazione, a conferma che le città avevano perso l’importanza politica e commerciale dei secoli precedenti.

La divisione dei territori europei in tanti piccoli o grandi feudi aveva come conseguenza che la nobiltà feudale dovesse risiedere, per meglio governare, nel proprio possedimento.

Col feudalesimo nasce il castello fortificato che era la tipica abitazione del ’feudatario’ nel medioevo.

L’economia era essenzialmente agricola; nel paese o borgo costruito sul declivio più dolce del colle, in posizione sottoposta al castello del “signore”, si svolgevano le poche attività necessarie alla vita della piccola collettività; mentre i contadini (da “contado” terre del conte) lavoravano i campi del feudo procurando i mezzi di sostentamento, il feudatario garantiva protezione.

Se è vero che ogni castello era stato costruito sia per esigenze difensive come per affermare il prestigio ed il potere di grandi famiglie, è anche vero che i “conquistatori” furono sempre attratti dalla bellezza delle contrade, dagli stupendi paesaggi e spesso anche dalle condizioni climatiche dei luoghi scelti che dovevano corrispondere, ovviamente, anche a canoni estremamente favorevoli.

I “signorotti”, che abitavano il castello, facendone dimora per sé e per la propria corte, erano circondati oltre che dai servi, anche dalla scorta armata; gli spazi abitativi erano molto semplici e l’arredamento era composto da pochi ed essenziali mobili quali, letti, cassapanche, tavoli e sedie.

Nella sua forma primaria, l’elemento costruttivo principale del castello medievale era il ‘donjon’ o ‘mastio’, che resta nel tempo sempre l’elemento architettonico essenziale; un imponente torrione con funzione di difesa e anche d’abitazione, costruito sempre in posizione denominante. Il suo ingresso era posto, in generale, all’altezza del primo piano e vi si accedeva con una scaletta in legno o una passerella che potevano essere “levate su” in caso d’attacco.

Oltre alla cinta muraria del castello vero e proprio ed il borgo, poteva esserci un più ampio spazio fortificato che, in tempo di pace, il feudatario adibiva ad orto o a pascolo per il suo allevamento di animali, ma che in caso di lunghe incursioni nemiche, d’assedi, serviva per ricoverare proprio gli animali e le genti che appartenevano al territorio. Questo “spazio” di facile controllo per le milizie del castello diventava una conquista “difficile” per l’invasore perché era sempre in ripida salita, molto esposto; praticamente allo scoperto.

Nei secoli seguenti, quando il sistema feudale terminò la sua storia, molti castelli furono abbandonati ed il tempo ma spesso anche la mano dell’uomo hanno contribuito alla loro distruzione.

Lo spettacolo triste, d’incuria ed abbandono dei ruderi che continuano sempre più a degradarsi per le intemperie e per vandalismo, è sempre ripagato dall’emozione provata da un paesaggio stupendo e sconosciuto perché sempre dove sorge un castello esso domina a perdita d’occhio vallate, creste rocciose, fiumi o paesi.

Inoltre è sempre affascinante riconoscere particolari accorgimenti difensivi e trabocchetti; legare a ciascun maniero o fortezza la storia vissuta e riscoprirne con piacere anche le sue nascoste, antiche leggende.

Nei tempi passati, per qualsiasi potere politico o per qualsiasi forza armata, si confermava sempre l’idea che colui che avesse voluto possedere la Sicilia doveva consolidare il suo dominio nel cuore dell’isola; quindi proprio nel nisseno e nell’ennese.

Quest’idea ha fatto nascere nel territorio, per secoli, opere difensive e poi, dopo il medioevo, anche manufatti residenziali, dei quali ancora oggi conserviamo ampia documentazione.

Lo stato di conservazione del patrimonio artistico legato ai castelli della Sicilia come, particolarmente, nelle province di Caltanissetta ed Enna, nella valle del fiume Imera meridionale, è molto vario: da pochi resti architettonici che compaiono come per incanto dalla terra o dalla vegetazione, a notevoli reperti architettonici che testimoniano sconvolgimenti naturali o decadimento materiale dovuto all’abbandono, per vari motivi, del manufatto; da edifici scavati nella roccia, in perfetto mimetismo-difensivo, a strutture in parte scavate nella roccia e in parte erette come opera muraria (difesa multipla).

Esistono inoltre strutture architettoniche totalmente e sfacciatamente costruite sulle colline o sui roccioni più alti a dimostrazione delle evoluzioni storiche di una società feudale che non ha più paure, ma che è anche desiderosa di far notare con orgoglio il proprio dominio sul territorio.

Il castello presentava inoltre pareti rocciose scoscese su almeno uno dei suoi versanti, atte ad impedire una qualsiasi scalata e dove, grazie alla natura geologica, non era necessario costruire nessun altro difensivo.

Ecco che il paesaggio modificato dall’uomo subisce varie alterazioni anche in conseguenza dei diversi periodi storici.

Tratto da Emma Mòllica
Della casa editrice AnninovantAEditrice

Castello Pietrarossa a Caltanissetta

Castello Pietrarossa a Caltanissetta conosciuta dai nisseni come

Castello di Mazzarino

Castello medievale in provincia di Caltanissetta, presenta caratteristiche costruttive del periodo feudale