Pietro II fù il successore di Federico II, che nonostante non avesse le stesse capacità diplomatiche del padre, cercò di adottare una politica di equilibrio in un momento assai difficile per la Sicilia.
Un monumento di Roberto d’Angiò.
Pietro II, successore di Federico II, pur non avendo l’energia e le capacità diplomatiche del padre, tentò di adottare una politica di equilibrio in un momento assai difficile per la Sicilia sempre in preda alle lotte baronali, che rendevano instabili le istituzioni, e con l’incubo di una ripresa della guerra da parte degli Angioini. Ma non gli fu possibile mantenere un saldo controllo sui conflitti tra le due fazioni baronali, quella "latina" e quella "catalana".
Riuscì, però, a fronteggiare con successo un tentativo di rivincita del re di Napoli Roberto d’Angiò, che nel I338 sbarcava in Sicilia e poneva l’assedio a Termini.
La Sicilia ebbe un periodo di ripresa quando Pietro II affidò il vicariato del regno al fratello, duca Giovanni, il quale adottò una politica energica, che fece prevalere nettamente la fazione catalana. Durante il suo vicariato vediamo gli ultimi tentativi della Sicilia di conservare la sua indipendenza. Pietro II morì nel I342 e gli successe il figlio minorenne Ludovico.